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Musica: Fornerod

Dobbiamo riconoscere lo scarso interesse dei media riguardo alla cultura musicale di non pochi paesi europei: il caso della Svizzera è, al riguardo, emblematico, nonostante non manchino i nomi di spicco, le iniziative e le istituzioni di altissimo livello, come dimostra anche il disco in esame: un vero e proprio ritratto artistico di un compositore pochissimo conosciuto e ancor meno eseguito e divulgato, ma non per questo di scarso interesse: si tratta di Aloÿs Fornerod (1890-1965), originario della Svizzera francese, formatosi a Losanna, a Parigi e a Strasburgo (ove ebbe modo di seguire i corsi di orchestrazione sotto la guida di Hans Pfizner), diventando poi insegnante di armonia e composizione presso il Conservatorio di Losanna.

Basterebbero, del resto, le sole note iniziali del Sanctus e dell’Agnus Dei appartenenti alla Messa del settimo tono op. 25 (1935) per rendersi conto della statura non comune di questo artista, stilisticamente riconducibile a quelle correnti neoclassiche, che anche in Italia avevano avuto un largo seguito nella prima metà del secolo scorso. Oltre alle composizioni appartenenti al repertorio sacro (assai gradevoli, ad esempio, i Tre Mottetti op. 4, l’Ave Maria op. 6 per voce e organo e il Salve Regina op. 26), molto interessanti sono il Poema sinfonico Prométhée op. 34 per grande orchestra (1948) e il Concerto per pianoforte e orchestra op. 29 (1944), caratterizzati entrambi da un linguaggio assai avanzato (ma pur sempre tonale), ricco di finezze timbriche e caratterizzato da una non comune vitalità ritmica.

Nel Concerto, in particolare, ha prevalso un’impostazione globalmente dialogica in tutti i tre movimenti, mentre la parte orchestrale ha potuto contare su una ricerca timbrica assai variegata e delicata, nel contesto di un’ispirazione globale pervasa di genuina poesia e di non comune freschezza e ariosità.

Il CD in esame include tutti i lavori menzionati, insieme ad alcune pagine organistiche (Quattro Interludi nei toni gregoriani op. 3 e una Fuga), affidati ad alcuni interpreti attivi in Svizzera: affatto notevole per eleganza e finezza l’interpretazione delle pagine sacre offerta dal Coro di l’Hemu, diretto da Jean-Pierre Chollet, una formazione assai agguerrita, timbricamente assai morbida ed omogenea, capace di valorizzare tale repertorio attraverso una notevole gamma di sfumature. I lavori sinfonici sono stati affidati all’Orchestre de l’Hemu, diretta da Emmanuel Siffert con la dovuta cura dei dettagli, anche se non avrebbe guastato un ulteriore approfondimento e una più sofisticata ricerca espressiva.

Nel Poema sinfonico, in particolare, ci ha colpito una certa genericità di approccio dovuta soprattutto ad uno spettro limitato delle dinamiche e ad un eccessivo ritegno. Molto più efficace, per contro, la resa del Concerto, affrontato dall’interessante pianista Oxana Shevchenko (formatasi al Conservatorio di Mosca e reduce da alcune importanti affermazioni in concorsi internazionali) con la dovuta sensibilità e padronanza della scrittura, insieme ad una ricerca timbrica tale da valorizzare appieno la ricca tavolozza messa a punto dall’autore nell’ambito di quella suggestiva impostazione dialogica cui abbiamo sopra accennato.

Oltre ad avvalersi di una registrazione di tutto rispetto (con riprese dal vivo), il disco è stato arricchito da apparati esaurienti (notevoli per completezza le note di presentazione, in tre lingue) e da una veste grafica assai elegante.

Note: ✰✰✰/✰✰✰✰

FORNEROD Un portrait soprano Jennifer Pellagaud organo Olga Zhukova e Cyril Julien pianoforte Oxana Shevchenko Coro di L’Hemu, direttore Jean-Pierre Chollet Orchestra di L’Hemu, direttore Emmanuel Siffert

CLAVES 50-1614, DDD 60:19